Ogni volta che leggiamo di un genitore che uccide i suoi figli … restiamo senza parole

La madre, che aveva lasciato i ragazzini con l'uomo ieri sera, ha scoperto i cadaveri questa mattina

Ogni volta che leggiamo di un genitore che uccide i suoi figli, muore una parte di tutti noi di Colibrì.

Muore e facciamo i conti con un senso di impotenza che ci pervade di fronte al quale nulla vale e nessun gesto è sostanziale. Eccoci dunque a scrivere, (scrivere è concesso), perché scriviamo spesso ai politici, ai giornali, agli opinionisti per diffondere un pensiero rivolto alla necessità di rendere meno iniqui i percorsi post separativi fra genitori, in modo che anche se ci si separa, la coppia possa trovare una soluzione dignitosa che rispetti prima di tutto i diritti (e l’amore) dei figli.

Perché per noi, essere madre o padre rappresenta un valore da ritrasmettere sui bambini, che in seguito ad una separazione accusano colpi senza alcuna responsabilità.

Di fronte a questi avvenimenti bisogna chiedersi quali siano le responsabilità di un sistema sociale e istituzionale che ruota attorno alla famiglia, in particolare alla famiglia che si separa. Mantenere il baricentro sui figli significa che i genitori dovrebbero essere una costellazione paritetica, in un delicato equilibrio tra loro che deve essere preservato e aiutato. Far pesare troppo uno di questi elementi significa portare instabilità che può arrivare fino al disastro di fatti del genere.

Una presa di coscienza della società su questi fatti è manchevole, e ciò impedisce la prevenzione.

Quando chiediamo maggiore ragionevolezza dalla Giustizia, oppure una tutela dei minorenni che contempli il rispetto della frequentazione più equa possibile con mamma e papà , nonché i nonni, lo facciamo in buona fede, ma innanzitutto con un senso di dovere verso i bambini, di rispetto di entrambi i genitori,. Il nostro focus? presto detto: La Bigenitorialità.

Le associazioni aderenti al Coordinamento Colibrì si adoperano tutte affinché nel nostro paese, (ultimo a recepire le consolidate pratiche europee), per ogni bambino si applichi una frequentazione bilanciata negli affidi post separativi sia di mamma che papà! Una cosa semplice no?

Eppure sembra una battaglia contro i mulini a vento, da una parte il disinteresse di quasi tutta la politica, dall’altra un sistema già rodato con abitudini che il nuovo diritto di famiglia non cambierà certamente, così privo di coraggio e di equità e incapace di dar forma nuova alla società: perché sono le leggi e la loro applicazione autentica, come già Solone indicava, che modificano la società in meglio, e non l’inverso . Dall’altra ancora, con un sistema che gestisce le famiglie con l’intento di mandarne i figli in altri luoghi, diversi dalla famiglia d’origine, case famiglie o similari.

Siamo dei Donchisciotte, eppure abbiamo la certezza che con milioni di separazioni  annue (in un trend in crescita costante) il tema affidi minorili sia senza ombra di dubbio ENORME e PRIMARIO. Perché non veniamo ascoltati? Perché non c’è una presa di coscienza di questo e una riflessione comune trasversale alla politica, ai generi, alle lobby? Questo è il mistero. Che potrà avere varie spiegazioni.

Operiamo per accrescere la consapevolezza genitoriale, ma chi ci aiuta?

Ed ecco che accadono drammi e tragedie fra coppie che si separano malamente e commettono atti infami. Ora  padri come questo recente caso, ora le madri come altri precedenti.

Drammi dei quali non possiamo sentire la responsabilità diretta, poiché ogni famiglia è un contenitore per noi impenetrabile, ma certamente questo non ci esime dal sentire la drammatica necessità di porre un freno ad episodi che vivono un disagio  alla cui base non c’è alcun aiuto alle famiglie e alle coppie.

Per questo operiamo e continuiamo nel nostro cammino in quella che è, in questo paese, diventata una missione di salvezza e di pace.

Fonte Colibrì: di Roberto Castelli e Mauro Pedretti https://www.facebook.com/338001879593293/posts/5125202530873180/